Foto mia, primavera 2019.
Rimanere lucidi è fondamentale nel cosiddetto “lavoro”. Non importa in che settore, se sei tu che muovi le cose, hai una posizione decisiva sulla proficuità della tua idea. I soldi, queste bestie di satana senza le quali apparentemente non puoi esistere, sono solo numeri. Non faccio tanti soldi, e nemmeno li voglio fare, tanti soldi, il giusto va più che bene. Voglio anche dire che nel mio lavoro i soldi sono molto volatili, come anche i guadagni. Tutto questo rende fondamentale la parte del “gestire il portafoglio”, ed è qui che entra in gioco il senso di questo testo. In un lavoro lento come il mio, in cui non si vende solo il prodotto ma si instaura un rapporto a lungo termine con il pubblico e i clienti, si è limitati in due sensi. Come prima cosa si rende elitario il proprio prodotto, “per pochi”, e come seconda cosa invece ci vorrà molto più tempo per avere un buon “flusso di denaro”, dato che il numero di prodotti venduti mensilmente è ridotto nonché molto variabile. Questo significa trattare il proprio denaro con le “pinzette”, calcolando quasi al centesimo ogni movimento.
Stress, è esattamente così che si chiama ciò che tutto questo può provocare. Siamo cresciuti con la convinzione che i soldi sono tutto e che senza semplicemente non abbiamo possibilità di vivere, ed è per questo che abbiamo paura nell'usarli. Quando i soldi sono tuoi e stai rischiando, entra in gioco l’emozione, protagonista di questa riflessione. Con il sentimento verso i soldi si possono fare scelte molto sbagliate, che possono portare alla rovina e segnare il coraggio in maniera spesso permanente. Creare un business che funziona ha spesso bisogno di scelte rischiose che fanno paura, ma è proprio quest’ultima che fa sbagliare. Bisogna sempre valutare il rischio, con razionalità e freddezza, dando il giusto valore al denaro e ragionando più come se fosse un baratto, non necessariamente una perdita. Investire i propri soldi invece che “spenderli”, questa è la base di come dovrebbe funzionare il ragionamento. Nei primi tre mesi di Naturaleza avevamo venduto forse tre miseri anelli e un paio di collane, però avevamo i soldi giusti per poter rischiare e acquistare nove pietre. Nella mia testa quelle erano pietre con un grande potenziale, ed erano davvero meravigliose. Avevo pensato anche che prima di quel momento non avevo ancora visto in giro collane con quel tipo di pietra, soprattutto non personalizzabili. La scelta era tra tentare di spendere tutti i nostri soldi in un investimento o tenerli. Chiaramente scegliemmo le pietre e così Naturaleza ebbe inizio; le abbiamo acquistate per mesi ogni settimana, perché finivano. Questo rischio chiaramente è piccolo, ma spesso ci si scoraggia proprio nei primi passi. Ogni tanto bisogna mettere da parte le emozioni ed essere ragionevoli. Finché si è giovani rischiare non deve fare paura se si ha una buona idea, come dice sempre un mio caro amico “al massimo c’è il McDonald’s”.
- Anasse Nabil
P.S. Un tempo ero un poeta, qui c'è il mio libro.